Ridurre la dipendenza dell’Italia dalle importazioni delle cosiddette “materie prime critiche”, come litio e silicio. È questo il punto saliente del nuovo studio commissionato da Iren e sviluppato dal gruppo TEHA (The European House Ambrosetti), secondo il quale valorizzare l’economia circolare e migliorare il recupero dei rifiuti elettronici è la chiave per accelerare l’autonomia del nostro Paese nell’ambito delle materie prime. La crescente domanda di tecnologie avanzate, dalle batterie per i veicoli elettrici ai dispositivi elettronici di uso quotidiano, sta infatti mettendo sotto pressione le riserve globali di materie prime critiche di difficile approvvigionamento.

L’Europa dipende dall’estero, soprattutto dalla Cina che produce il 56% delle materie prime critiche importate in Unione Europea. Come rileva lo studio, il gap di investimenti tra Europa e Cina è enorme: se da un lato l’Europa ha realizzato investimenti per 2,7 miliardi di euro in questo settore nel 2023, dall’altro per la Cina se ne registrano 14,7 miliardi.

Per rispondere a questa sfida, il Gruppo Iren ha tracciato una road map ambiziosa, in cui il recupero e il trattamento dei materiali provenienti dai RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) giocano un ruolo centrale. In questo contesto, Valdarno Ambiente, società del Gruppo Iren, rappresenta un punto di riferimento strategico grazie alla sua capacità di recuperare metalli preziosi come oro, argento e palladio attraverso processi idrometallurgici sostenibili ed innovativi.

Materie prime critiche: una sfida globale e locale

Le “materie prime critiche”, definite tali per la loro importanza strategica e il rischio di approvvigionamento, sono essenziali per numerosi settori industriali. Tuttavia, l’Unione Europea dipende per oltre il 90% dalle importazioni per molte di queste risorse. Questa vulnerabilità richiede soluzioni innovative che includano il recupero dei materiali dai rifiuti tecnologici.

Grazie alla sua tecnologia avanzata, Valdarno Ambiente è in grado di trattare e valorizzare le componenti dei RAEE, trasformandole in materie prime seconde pronte per essere reintrodotte nei cicli produttivi. Questo non solo riduce la necessità di estrarre nuove risorse, ma rappresenta anche un contributo fondamentale per l’autosufficienza italiana ed europea.

L’impegno del Gruppo Iren e il ruolo di Valdarno Ambiente

Come parte del Gruppo Iren, Valdarno Ambiente incarna i principi dell’economia circolare promossi dall’osservatorio RigeneRare, volto a favorire il recupero delle materie prime critiche. Le attività dell’impianto si inseriscono perfettamente nella strategia delineata dal recente studio commissionato da Iren, che ha sottolineato l’urgenza di sviluppare infrastrutture e tecnologie per il riciclo dei RAEE.

Attualmente, solo una piccola parte dei RAEE viene trattata correttamente, mentre una quota significativa sfugge ai canali regolamentati. Valdarno Ambiente, con la sua capacità di lavorare grandi volumi di rifiuti tecnologici, contribuisce a colmare questo divario, posizionandosi come un esempio di eccellenza nazionale. Le attività di recupero dei metalli preziosi non si limitano a offrire una soluzione sostenibile per la gestione dei rifiuti tecnologici, ma generano anche benefici economici e occupazionali per il territorio. La valorizzazione dei RAEE riduce l’esportazione di componenti non trattate, favorisce l’industria locale e migliora la competitività del Paese in settori strategici. E mentre l’Italia si muove verso una maggiore indipendenza nella gestione delle materie prime critiche, il modello di Valdarno Ambiente dimostra come innovazione e sostenibilità possano lavorare insieme per affrontare le sfide globali. L’impianto non solo riduce l’impatto ambientale dei RAEE, ma contribuisce a costruire un futuro più resiliente e competitivo per l’intero sistema industriale.

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